Ex pretura e carceri
Nel cuore di Asciano, affacciato su Piazza Garibaldi e di fronte al Municipio, si trova un imponente edificio ottocentesco che un tempo ospitava la Pretura e le Carceri Mandamentali, testimonianza concreta della lunga tradizione giudiziaria del borgo.
Storia
La costruzione del palazzo risale al 1854, su un terreno acquistato dal Comune presso il Regio Conservatorio di Santa Maria Maddalena di Siena. La scelta di edificare la nuova sede della giustizia in posizione dominante e centrale, lungo la neonata Via Mameli – allora conosciuta come “Vie Nuove” – rispondeva sia a esigenze funzionali sia a un preciso intento simbolico: porre l’autorità della legge in posizione “superiore” rispetto alla vita civile rappresentata dal vicino palazzo comunale.
La struttura, progettata per accogliere tutte le funzioni del sistema giudiziario, era suddivisa su quattro livelli:
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Piano terra: sede dell’Ufficio della Pretura e aula del Tribunale;
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Primo piano: due appartamenti, destinati rispettivamente al Pretore e al Custode delle carceri;
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Secondo piano: l’area detentiva vera e propria, con dieci celle (otto di custodia e due di pena), accessibili tramite un massiccio cancello in ferro;
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Terzo piano (sottotetto): un’ampia stanza con finestroni ad arco, detta il “loggione”, dove i detenuti potevano prendere aria in uno spazio controllato.
La scelta di realizzare l’edificio in una zona nuova del paese fu anche occasione di espansione urbanistica, portando alla creazione di una viabilità parallela al corso principale e contribuendo alla trasformazione del centro storico.
Asciano fu scelto per ospitare la Pretura grazie alla sua importanza storica, sociale ed economica e al suo ruolo plurisecolare come sede giudiziaria. L’attività del tribunale locale proseguì per oltre un secolo, fino alla soppressione della Pretura avvenuta nel 1963, con l’accentramento delle funzioni giudiziarie nella sede di Siena.
Oggi, questo edificio racconta una pagina significativa della storia istituzionale e architettonica di Asciano, e invita a riflettere sul ruolo che la giustizia ha avuto – e continua ad avere – nella vita delle comunità.
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