Pieve di Sant’Ippolito

  • Tra i più antichi edifici sacri del territorio, la Pieve di Sant’Ippolito è menzionata per la prima volta nel 714 d.C.

  • Storia

    Forse costruita già in epoca tardoantica, questa pieve viene documentata con certezza solo a partire dal 714 d.C., in un documento che testimonia la disputa tra le diocesi di Siena e Arezzo per il controllo di alcune pievi di confine. In quell’occasione viene anche citato il presbitero Onnius, testimone del dibattito. Il documento indica il nome antico del luogo, “Sessiano”, riconducibile al latino prediale Sessius, a conferma delle origini romane dell’insediamento. Scavi e ritrovamenti archeologici suggeriscono infatti la presenza di un preesistente sito romano e di una frequentazione tardo-antica!

  • Architettura

    Oggi l’edificio conserva ancora le tracce della sua originaria struttura basilicale a tre navate, ridotta a un’aula unica rettangolare. Delle navate laterali rimangono cinque arcate, tre visibili all’esterno e due inglobate in edifici adiacenti. I paramenti murari sono realizzati in opus incertum con materiali di recupero, come laterizi di epoca romana.

    La facciata romanica in travertino, con portale ad arco a tutto sesto, fu probabilmente realizzata tra il XII e il XIII secolo, in un periodo in cui la chiesa perse il rango di pieve a favore della più centrale chiesa di Sant’Agata. L’abside originaria, oggi scomparsa, risultava ancora visibile nel Seicento, come testimonia un disegno conservato presso l’Archivio di Stato di Siena. All'inizio del Cinquecento (come ricorda una capriata datata 1507), l’edificio fu ristrutturato con una nuova copertura a doppio spiovente.

    Nei secoli successivi la chiesa perse progressivamente importanza, venendo incorporata in una proprietà agricola della famiglia Dogarelli e convertita in rimessa rurale. Fu ufficialmente chiusa al culto nel 1869, ma riaperta e restaurata nel 1887 grazie all’intervento di Mario Bargagli. Gli ultimi restauri sono recenti (2013–2015), promossi dalla famiglia Panichi, attuale proprietaria.

  • Arte

    Sulla parete di fondo della chiesa si conserva un notevole affresco rinascimentale raffigurante una Sacra Conversazione, con la Madonna col Bambino in trono, circondata dai Santi Pietro, Paolo, Ippolito e Cassiano. Ai lati, in finte nicchie, compaiono Sant’Agostino, San Domenico, Sant’Antonio da Padova e un quarto santo (forse San Bartolomeo), riemerso durante il restauro del 2015.

    Lo stile sobrio ma elegante, i colori delicati e i panneggi naturali, rendono l’opera di grande impatto visivo. In particolare, la figura di Sant’Ippolito, giovane e raffinato, che guarda direttamente l’osservatore, ha suscitato grande interesse: lo storico dell’arte Divo Savelli ha infatti ipotizzato che si tratti di un autoritratto giovanile di Raffaello, per la sorprendente somiglianza con gli autoritratti dell’artista (ad es. quello conservato all’Ashmolean Museum di Oxford).

    Secondo questa ipotesi, l’affresco fu realizzato a più mani, probabilmente da artisti umbri della bottega di Pinturicchio, attivi in Toscana nei primi anni del Cinquecento. Raffaello, ancora adolescente, fu effettivamente chiamato a Siena nel 1502 per lavorare con Pinturicchio alla Libreria Piccolomini del Duomo, e avrebbe potuto transitare da Asciano lungo l’antica Via Lauretana.

    Un'ultima curiosità: l'affresco presenta un errore nelle iscrizioni: i nomi di Sant’Ippolito e San Cassiano sono invertiti!

  • Spiritualità e Culto

    La pieve di Sant’Ippolito è oggi di proprietà privata.

    Si celebra la S.Messa nel giorno di S.Ippolito, il 23 agosto. 

  • Dove
    Località Sant’Ippolito, Asciano (Siena).
  • Orario di apertura
    Ogni prima domenica del mese, dalle 10.00 alle 12.00, su prenotazione presso l’Ufficio Turistico - tel. +39 0577 714450; email: info@visitcretesenesi.com
  • Durata della visita
    30 minuti circa.
  • Costo
    Offerta libera.

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